“Diversamente Cinema”: l’intervista al dirigente scolastico

- Buongiorno Signor Preside, come è andata la giornata?
Mi sono alzato alle 5:15 perché ieri sera mi avevano avvisato di casi positivi nell’Istituto Comprensivo. Alle 7:30 ero qui in servizio. Devo avere la giornata pianificata, perché le cose da fare sono tantissime (mi è stata affidata la reggenza di una seconda scuola), ma poi mi trovo a dover risolvere una serie di problemi che non erano in programma, passando per normative e leggi. Ogni mia decisione deve essere coerente con il Testo Unico della Scuola del 1994 e con le leggi successive. - Perché ha aderito al progetto “Diversamente Cinema”?
Mi ha subito colpito il titolo “Diversa-mente Cinema”: chi fa cinema ha una sensibilità particolare, non comune. Il mondo del film è anche strettamente legato a quello dei libri, molto spesso possiamo leggere un libro e poi vederne realizzato il film, appassionandoci a fare confronti tra l’uno e l’altro. Io sono stato un grande cinefilo, in passato ero assiduo dei cinema e cineforum di Bassano del Grappa. E poi diversità richiama l’inclusione ed è fondamentale fare una scuola inclusiva. - E’ un progetto che potrebbe continuare nel futuro? Che risultati si aspetta?
Si potrebbe riprenderlo, ma c’è bisogno di fondi. I risultati mi sembrano già molto buoni. - Se potesse agire in un mondo ideale, qual è il progetto che più vorrebbe realizzare a scuola?
La scuola è già un progetto, un progetto di vita. Penso che la scuola debba guardare al territorio, c’è l’esigenza di aver cura della diversità. Si potrebbe potenziare la Giornata dell’Inclusione, il progetto Panathlon… - Veniamo a domande di carattere un po’ più personale: è difficile il suo lavoro?
Sono stato maestro alla Primaria fino a due anni fa ed ero impegnato in orari più o meno consueti. Ora mi sento un po’ come un medico: devi essere sempre a disposizione. - Perché ha deciso di diventare Dirigente Scolastico?
Alle superiori frequentai quello che allora si chiamava Istituto Magistrale. Poi, all’Università, Pedagogia a indirizzo psicologico. Fu l’allora Direttore Didattico Pietro Tosetto a dire di me che “avevo la stoffa per diventare a mia volta Direttore Didattico”. Anche il Prof. De Vivo con cui studiai Istituzione delle scuole educative mi espresse il suo convincimento che avrei potuto intraprendere questa strada. - Dirigere una scuola come la fa sentire?
Impegnato! Mentalmente e fisicamente, prima avevo un po’ di tempo libero, ora non più, tanto che addirittura a fine mattina interrompo appena il digiuno e in pratica faccio un solo pasto, la sera. Mantengo in ogni caso le mie passioni: il giardino, i miei cani, la lettura (sono lettore di Wilbur Smith e …….., autore di una saga di streghe e vampiri). - Se un alunno viene mandato da Lei perché si è comportato male, quali sentimenti prova?
Mi sento sconfitto, mi chiedo cosa non va, perché un alunno sceglie comportamenti che sono al di fuori di ciò che è accettabile nella comunità scolastica. I ragazzi dovrebbero stare bene a scuola, il nostro lavoro mira a questo, meritano molta attenzione. - Quando era studente cosa pensava della scuola?
Ho sempre amato la scuola, anche da giovane; a quell’epoca il fatto di studiare era un modo per cambiare posizione. Studiando uno aveva la possibilità di fare una determinata cosa, o un’altra. Oggi è diverso, perciò il progetto Orientamento è così importante. Il discorso è più selettivo, sarebbe importante che ciascuno comprendesse l’estrema importanza di proseguire con gli studi. - E’ da poco trascorsa la settimana dedicata al bullismo e cyberbullismo. Cosa pensa di questi temi?
La relazione tra bullo e bullizzato non è semplice da capire, non dovrebbero esserci situazioni così. E’ certamente una sconfitta degli adulti. Bisogna sempre denunciare gli episodi di bullismo e cyberbullismo, le cose devono emergere.

Articolo realizzato all’interno del laboratorio ValdoTv di “Diversamente Cinema“ dalla classe terza D. IC San Martino di Lupari